Tristitropici nasce nel 2019 come ensemble strumentale dedito a una musica che tocca con uguale
abilità stilemi fonetici come la reiterazione e il minimalismo, tecniche esecutive come
l’improvvisazione e stili musicali come il progressive e la psichedelia. Il gruppo (che prende il nome
da una delle principali opere di antropologia culturale di Claude Levo-Strauss) si forma in seguito al
progetto di improvvisazione musicale collettiva Mediterraneo ideato dal producer Machweo per
Arti Vive Festival. La line-up è composta da Antonio Maria Rapa (batteria), Giulio Sampieri (synth,
sampler), Andrea Gerardi (chitarra, violino) e Dario Martorana (chitarra, voce) a cui si aggiunge
una sezione fiati composta da Giacomo Bertocchi (flauto), Matteo Pontegavelli (flicorno), Laura
Agnusdei (sax tenore). Il loro primo EP omonimo esce nel 2021 seguito dal secondo EP intitolato
Magical Animal (6 pezzi per poco più di 18 minuti) che esce il 24 novembre 2023 per la Slowth
Records. La musica di Tristitropici scavalca a sinistra il progressive rock degli anni Settanta e
Ottanta, il minimalismo cerebrale dei Deux Filles e l’improvvisazione jazz per pervenire ad un
innovativo mix fra avanguardia jazz, musique concrete, aleatory music, rock e psichedelia. Alle loro
convulse improvvisazioni musicali (sempre giocate sul filo della compostezza tecnica e suonate con
magistrale professionalità) si alternano atmosferici passaggi strumentali (il minimalismo
elettronico con scat progressive di Opening Theme), solfeggi spaziali, astrattismi fauve. Le loro
fantasie si reinventano di continuo alimentano ogni numero con i detriti delle precedenti frasi
dello stesso brano, riciclando senza pudore gli stessi stili in una camaleontica arte di trasformismo.
Da questi paradigmi nascono il jazz progressive per piano e fiati di sapore canterburyano di Car
Sharing (il loro secondo singolo apripista)con stratificazioni sintetiche sovrapposte e Posthuman (il
loro primo singolo apripista) squarciato da lampi di chitarra psichedelica, la fusion cupa interrotta
da guaiti di chitarra e violino di Molle Mare e la jazz fusion di Lemongrass fra frammenti di
discomusic, chitarra psichedelica al fosgene e inserti da big band jazz anni Venti (dello scorso
secolo, ovviamente). La loro piece più minimale quasi permeata da un senso di mistico
raccoglimento è Cowboys, un brano di chamber music (nello stile dei Rachel’s e dei Piano Magic)
per ensemble di fiati e di chitarra. L’arte dei Tristitropici con il suo gusto erudito per il crossover
stende un trait- d’union fra il jazz-blues spettacolare e brillante dei Colosseum e dei Traffic (che vi
aggiungevano soul, folk e psichedelia) e il canzoniere colto e surreale arrangiato in maniera
eccentrica di Heather Duby e Solex: è un excursus incredibile che va dagli anni Sessanta agli anni
Novanta. La musica dei Tristitropici sempre finalizzata alla ricerca di una comunicazione con
l’ascoltatore e quindi a una narrazione condivisa rivela in questa ricerca un’anima propria pur
mantenendo la sua qualità enigmatica. La produzione è dello stesso gruppo e l’artwork è di
Martorana.
Alfredo Cristallo