I Machiavel sono la più famosa band di prog-rock belga. Si sono formati nel 1974 dall’unione di
Roland De Greef (basso) e Marc Ysaye (batteria, voce) a cui si aggiunsero Jack Roskam (chitarra) e
Albert Letecheur (tastiere). Pubblicarono il primo disco omonimo nel 1976 con un sound che si
inseriva nel filone del prog-rock dei Genesis e metteva in luce la voce di Ysaye e l’eccellente lavoro
alle tastiere di Letecheur. L’anno dopo Roskam venne sostituito da Jean Paul Deveaux e venne
inserito un nuovo cantante Mario Guccio. Questa line-up pubblicò i loro album migliori Jester
(1977), Mechanical Moonbeams (1978) e Urban Games (1979) che rappresenta il loro album di
maggior successo commerciale. Il loro tentativo di avvicinarsi ad un progressive più commerciale
provocò l’uscita di Deveaux (che venne sostituito da Thierry Plas) e Letecheur. Il nuovo album New
Lines (1980) conteneva il loro hit di maggiore successo Fly, ma il successivo album non incontrò lo
stesso favore e il gruppo scomparve dai radar per diversi anni se si eccettua il disco The Cry Of
Pleasure del 1987. Il gruppo condusse un tour d’addio nel 1996 ma il successo riscontrato li
convinsero a riaprire la loro carriera con l’album Virtual Sun del 1999, seguito da Welcome To
Paradise (2003) e 2005 (2005). Dopo l’uscita di Thierry Plas che venne sostituito da Christophe
Pons e con Hervé Borbé alle tastiere pubblicarono Eleven (2011). Il loro momento migliore era
passato ma il gruppo tenne duro diventando attivi con una loro emittente radio e nella produzione
(hanno prodotto il primo EP dei Dawn recentemente recensito in questa rubrica). Nella lor carriera
hanno vinto 4 dischi d’oro. Nel 2018 morì il lor cantante Guccio che venne sostituito da Kevin
Cools che contribuisce al nuovissimo album Phoenix che esce il 10 maggio 2024 per la Moonzoo
Music e per la VREC in Italia. Il nuovo album mostra un gruppo che è rimasto sostanzialmente
impermeabile alle nuove mode. Il loro sound è sostanzialmente quello dei gruppi progressive della
seconda metà degli anni Settanta-inizi anni Ottanta: un AOR basato su maestose e romantiche
melodie, trapuntato da pirotecnici caleidoscopi musicali (che valorizzano le loro capacità tecniche)
e da frequenti escursioni nel pop rilassato e atmosferico dei Fra Lippo Lippi lambendo addirittura
la psichedelia dei Pink Floyd più barocchi. Fondamentalmente i Machiavel non devono più
dimostrare niente a nessuno e i loro arrangiamenti raffinati e vellutati si attagliano perfettamente
sia a canzoni orecchiabili come i soul pop tardi anni Settanta di Of Lust And Crime e Mister
Madman, il pop beatlesiano di Downtown, il prog-rock alla Foreigner di Six Feet Under, quello alla
Supertramp come Magical Mess e The Following Day con svolgimento sinfonico alla Moody Blues
che costituisce un trait d’union con prog-rock più datati sia a numeri più complessi come il pop
fiabesco di Enlighted (impreziosito da chitarre country), il prog-pop psichedelico (con intro
blueseggiante) di Soulrise e quello più arioso e metafisico di Afterlife (che ricorda gli Yes) e
soprattutto quello più vicino ai Genesis di Drop The Mask (che ruba l’intro di Firth Of Fifth) e il più
malinconico di When The Eagles Cry. Queste composizioni sono certo derivative (il debito verso i
Genesis così come verso i gruppi prog-rock italiani come PFM, Orme e Banco Del Mutuo Soccorso
è evidente) ma valorizzano la maturità e la destrezza della capacità d’incastonare il lavoro delle
chitarre e delle tastiere per creare atmosfere melodrammatiche ma pur sempre frizzanti e
accattivanti. Tutti i brani e la produzione dell’intero LP é dei Machiavel.
di Alfredo Cristallo