CARLO RIZZOLO Four Corners

Carlo Rizzolo di Bassano Del Grappa (provincia di Vicenza) è una curiosa figura di psicologo-
psicoterapeuta e insieme di cantante e chitarrista. Appassionato della musica americana anni
Sessanta e Settanta, in gioventù aveva formato insieme a Luigi Zuccheri, la Goldiggers Band
portando in giro diversi brani originali (oltre che chitarrista e cantante, era lui il paroliere del
gruppo) che poi confluirono sul suo primo album solista Sorry For The Late Start (uscito nel 2018
per la DS Music). Due anni dopo usciva sempre la DS Music il suo secondo album Green. Dal
prestigioso studio discografico Sottoilmare esce il 4 giugno 2024 per la VREC/Audioglobe il suo
terzo album intitolato Four Corners.

Fin dal titolo viene dunque omaggiato il mitico supergruppo Crosby, Stills, Nash e Young. E in fondo il cuore di Rizzolo batte forte per la West Coast Music, con i suoi toni solari e rilassati (l’unica canzone cantata in italiano Nuovo Giorno ne è un classico esempio, ma altre tracce si trovano nei folk rock alla Neil Young di Sitting Bull e Time Is A Variable con tanto di armonica arcana e basso alla Jaco Pastorius), per Joni Mitchell, John Denver, James Taylor e in generale per un country rock classico (la cadenzata Take A Look At The Moon) che
sconfina nell’easy listening (il country rock alla Steve Stills di In The Pharm). Questo country rock
ha però il merito di enfatizzare la tensione viscerale e il malessere esistenziale, l’emotività e il
ricordo di un’età che non c’è più. Il sound sottolinea questo genere di ballata profondamente
sentimentale con misurati interventi di chitarra, sax e violino che rendono ogni brano un esempio
da manuale di musica crepuscolare e impressionista ogni volta diverso. Si va dunque dal folk
trasognato della title-track cullato dalle note della steel guitar e dalle impennate jazz del sax, al
folk rock jazzato The Advantage You Have e al country sonnolento e jazzato di You, al folk rock alla
Strawbs di Mother Nature guidato dal flauto finché a metà del brano la chitarra non si avventura in
un assolo cosmico. Questa capacità di cambiare tempo e melodia si ritrova nel folk rock rilassato
per banjo e piano di Do You Think I Think che si trasforma in blues rovente aprendo così un altro
fronte di variazioni sul tema dominante dell’album (il country rock in tutte le sue declinazioni) e
diversificando il progetto con il rock blues carico di tensione di I’m A Dreamer, nel boogie alla Big
Star di Not Only A Father (due brani fortemente autobiografici), addirittura nell’hard rock alla
Deep Purple di Skyline. All’interno del genere delle ballate elettriche o semiacustiche, Rizzolo
reinventa sé stesso lasciandosi alle spalle i modelli di Neil Young e Gram Parsons (ovvero la nevrosi
del primo e la fragilità del secondo) ritagliandosi uno stile personale tanto eclettico quanto
drammatico (e drammaturgico). Questa rilettura del country rock peraltro si muove nel solco di
altri gruppi che hanno reinterpretato il country fra gli anni Novanta e oggi (ad es. i Pavement e i
Pinegrove). Nel disco assieme a Rizzolo (voce e chitarra), suonano Davide Pezzin (basso e tastiere),
Davide Repele (chitarra), Edoardo Brunello (sax), Cesky Rizzolo (banjo), Mattia Martorano (violino)
e Davide Danzi (batteria). La foto in copertina ritrae il gruppo originale della Goldiggers Band
ovviamente trent’anni dopo.

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