I Vegas On Bass sono un gruppo bolognese nato nel 2021. La line-up è formata dai fratelli Adriano
(voce) e Lorenzo Cosi (chitarra) insieme a Luigi Giannino (basso) e Luca Ferriani (batteria). Hanno
avuto nei primi due anni una nutrita attività live, suonando in diversi concerti in Italia, fra cui
quello memorabile al Covo di Bologna. Hanno suonato anche a Londra. La loro prima uscita su
disco è il singolo Hole In Between in versione acustica uscita nel 2023. La loro prima vera uscita
però è l’EP, totalmente autoprodotto intitolato Circle (4 brani per poco più di 11 minuti) che esce il
20 gennaio 2024. I loro brani sono semplici e diretti, con groove accattivanti e la giusta verve per
poter essere riproposti nella dimensione live. Il loro (per ora piccolo) canzoniere è caratterizzato
da brani ispidi e rocciosi con un chiaro richiamo alle convenzioni del rock duro di tutte le epoche (il
boogie spigliato e travolgente di This Time) a volte con venature dark alla Uriah Heep e richiami al
dark gotico dei Mission e dei Cult. Nonostante questo tipi di background che potrebbe assimilarli
ai gruppi neo-hippy e quindi spingere il loro hard rock verso tinte psichedeliche, i Vegas On Bass
preferiscono ammantare le loro scelte stilistiche con un continuo ricorso ai suoni sintetici e nu-
metal, preferendo decorare la loro propensione al nichilismo e la ferocia/rabbia che permea lo
spirito giovanile
con la tecnologia sonora dell’era informatica. Le loro sincopi meccaniche, le loro
ritmiche fragorose e i loro riff orgiastiche e caotiche che spesso sprofondano in distorsioni brutali
tendono a descrivere il senso di un uomo senza passato, presente o futuro
, un uomo che è pura
forma in cerca di significato, pura forma in cerca di contenuto. I brani-manifesto di questa
concezione sono sicuramente Out Of Order sintetico e martellante (ma che ruba il riff a Lullaby dei
Cure) e la darkwave sintetica e melodrammatica di Fall For Nothing. L’hard-rock strutturato in cal
and response fra voce e chitarra di Comeback riporta il gruppo a una dimensione più classica ed
epigonica, svelando il substrato nascosto delle loro scelte stilistiche che si trovano non tanto nel
rock duro dei venti anni fra gli anni Settanta e Novanta ma bensì nel beat martellante dei primi
anni Sessanta (Zombies, Troggs, Sonics) cioè nel rock amatoriale selvaggio, stravagante e nel loro
garage-rock devastante che anticipava a sua volta di quasi vent’anni gli archetipi del punk. La
tensione maniacale e il grado di introspezione del gruppo così come si presenta ora con le sue
prime prove può sicuramente dare vita a progetti più lunghi e interessanti.
di Alfredo Cristallo