“Horcynus Orca”: un’Odissea contemporanea di parole, suoni e immagini

Il Circolo “La Gora APS” ed il suo spazio, Fuori Luogo, in via Carriona 70 a Carrara è il nuovo progetto del vulcanico Matteo Procuranti, un attore, un artista che ha fatto di impegno (si ricordano le sue battaglie contro l’estrattivismo ‘rapace’ nelle cave di marmo) ed eclettismo la sua cifra stilistica. Questa nuova creatura, in uno spazio completamente rinnovato, nasce dalle ceneri di un altro progetto del nostro, BlancaTeatro. Si tratta di un locale polivalente che ben si presta a progetti artistici sperimentali e performance live.

Al Fuori Luogo abbiamo assistito allo spettacolo “Horcynus Orca”, ispirato al romanzo classico omonimo di Stefano D’Arrigo in un adattamento dinamico e coinvolgente che abbina la profondità letteraria del libro con la creatività delle arti performative. Horcynus Orca è un progetto itinerante che ha già toccato alcune delle città più significative del panorama culturale italiano, riscuotendo ovunque un notevole successo di pubblico e critica. Un progetto innovativo, un’esperienza immersiva che trascende i confini del teatro tradizionale che combina letteratura, musica e immagini in un’esperienza sensoriale indimenticabile.

Il romanzo “Horcynus Orca” è ambientato nel 1943, subito dopo l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati. Il protagonista, ‘Ndrja Cambria, un giovane soldato smobilitato della Regia Marina, intraprende un viaggio a piedi lungo la costa calabrese devastata dalla guerra, diretto verso il suo villaggio natale in Sicilia. La storia di ‘Ndrja Cambria diventa metafora di un viaggio interiore, un’Odissea che attraversa un paesaggio desolato, popolato da personaggi mitologici e simbolici. I personaggi che incontra – bambini cacciatori di soldati tedeschi, donne-sirene, pescatori ridotti alla fame – sono figure archetipiche che rimandano al mito e alla leggenda, ma anche alla realtà storica del dopoguerra italiano. L’orca assassina, simbolo della distruzione e della rinascita della civiltà, domina il racconto come un’entità minacciosa e affascinante, incarnazione del caos e della forza rigeneratrice del mare.

La versione teatrale di “Horcynus Orca” è accompagnata da “Immersioni”, un mediometraggio diretto da Domenico Autolitano e basato sulle immagini del fotografo Joseph Tallo e le riprese dell’artista Antonella Cirrito. Il risultato è un flusso narrativo in cui parole, suoni e immagini si fondono, creando un’atmosfera onirica e al tempo stesso cruda, che riflette la devastazione della guerra e la ricerca di un’identità perduta.

Salvatore Nocera (già noto per i suoi progetti di integrazione scolastica di alunni con handicap), il compositore Salvatore La Tona e Francesco Less, sound designer e regista, guidano il pubblico attraverso questo labirinto di parole e suoni con una maestria che incanta. Nocera, con la sua voce profonda e intensa, dà vita al protagonista Ndrja, incarnandone la forza e la fragilità. La Tona e Less tessono un paesaggio sonoro avvolgente che spazia dalle atmosfere cupe e minacciose della guerra ai momenti di struggente poesia.

Questa fusione di elementi visivi e sonori trasforma lo spettacolo in un progetto interdisciplinare di “cine-lettura-concerto” e crea un’esperienza immersiva che trasporta il pubblico nel mondo narrativo del romanzo, arricchendolo con nuove dimensioni. La colonna sonora, eseguita dal vivo, è un elemento chiave dello spettacolo. I suoni del mare, i rumori della guerra, le voci dei personaggi si mescolano in un paesaggio acustico che amplifica l’impatto emotivo della narrazione. Le immagini di “Immersioni”, con le loro atmosfere sospese tra il reale e il surreale, completano il quadro, trasformando lo spettacolo in un’esperienza sensoriale totale.

La biografia dei protagonisti si intreccia con quella dell’opera stessa: Nocera, polistrumentista e compositore, ha una lunga carriera nel teatro sperimentale, mentre La Tona e Less, attori e performer, hanno collaborato con alcuni dei più innovativi registi del panorama italiano. La loro interpretazione è un omaggio alla complessità del testo di D’Arrigo che richiede al pubblico, non solo una profonda comprensione della parola scritta, ma anche una capacità di trasfigurazione artistica, abbandonarsi al flusso della narrazione e lasciarsi trasportare tra le onde della parola, del suono e dell’immagine.

WALTER TASSAU 

 

 

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