Azzurra è il progetto solista di Azzurra Traficante, una cantautrice italiana residente a Berlino e Where Are We Going è il suo primo EP uscito a fine novembre 2016. Dotata di una voce esile, sognante, delicatissima, Azzurra ha affidato ad una musica altrettanto impalpabile e congelata nelle sue sonorità glaciali, la sua esperienza di espatriata che vive una realtà ordinaria e spersonalizzante e per di più lontana dalla sua patria. Da questa realtà Azzurra però ha deciso di cogliere, attraverso il messaggio della sua musica altamente riflessiva, l’aspetto positivo e l’opportunità per avviare un confronto più profondo con sé stessa, senza cedere assolutamente al cinismo, al disincanto o peggio alla rassegnazione.
La dinamica musicale di riferimento è un trip hop elettronico che si dipana quasi come un soffio di vento gelido nello stesso momento in cui accosta la vitalità selvaggia del soul e del synth pop con le turbe psichiche della musica industriale o con i paesaggi onirici del pop ambientale. Mentre la sezione ritmica fa di tutto per trascinare alla danza, gli arrangiamenti alle tastiere fluiscono dissonanti, minimalisti e stranianti: la voce di Azzurra che ricorda a volte le cantilene tenebrose e diffratte di Nico e a volte gli esperimenti vocali di Meredith Monk aggiungono un il giusto tocco di labilità e anemia alle composizioni. Il brano d’apertura I Cannot Wait è un programmatico trip hop futuristico (ricorda un po’ gli Ultravox) che si muove su un beat di echi elettronici, percussioni esotiche e melodica mitteleuropea. Il secondo brano Ride, che è stato scelto come singolo e videoclip apripista è invece un trip hop denso di soffice lirismo che riconosce via via i suoi debiti con la musica classica. Another Day è invece un synth pop alla Sugarcubes che si evolve in un frenetico samba elettronico. Chiude Before You Lies, che l’anno scorso era stato il primo singolo pubblicato da Azzurra, un pop elettronico con tono implorante che si chiude su sonorità glaciali. Azzurra si di mostra abilissima nell’assimilare e riciclare tecniche e stili diversi della musica moderna ma lasciando sempre la sensazione di osservare le sue creazioni da un’altezza e da una distanza incommensurabile come se il senso della sua musica e dei suoi testi ormai non la riguardasse più. Come che sia il suo primo lavoro lascia presagire ottimi sviluppi nella sua carriera artistica. Il disco è stato coprodotto da Azzurra e Federico Ferrandina e l’artwork è di Giuseppe Tedesco.