Gli Ephimera sono una band avellinese formatasi nel 2010. Fin dall’inizio hanno optato per la stesura di brani personali che portarono nel giro di poche settimane alla pubblicazione di un primo demo di 4 tracce. Seguì un’intensa attività concertistica che li portò a girare per tutta la Campania dai piccoli club ai palchi più grandi dei festival di musica indipendente. Nello stesso tempo il gruppo ha trovato il tempo e le energie per pubblicare un EP (completamente autoprodotto) dal titolo Shhh nel 2012. A questo punto il gruppo era sostanzialmente una band femminile visto che oltre a Sara Iarrobino (voce e chitarra) nel gruppo militavano anche Eleonora Balaceanu (basso),
Serena Petricelli (chitarra) mentre l’unico maschio era il batterista Gianluca De Gisi. Fin da questo lavoro vennero definite le linee guida del sound degli Ephimera: aggressive, atmosferiche, ansiose ma sempre piene di personalità. Il gruppo ha poi atteso ben 5 anni per comporre e pubblicare il primo album per la Diavoletto Netlabel col titolo di Ora O Mai Più (marzo 2017). Nel frattempo la line-up è cambiata quasi del tutto. Gli Ephimera infatti sono diventati un trio mantenendo la sola Iarrobino della formazione originale e inserendo Mario Del Regno al basso e Emiliano Santoro alla batteria. Non è cambiato tuttavia l’approccio musicale che anzi si è affinato in uno stile fortemente influenzato dalla psichedelia e da uno stile che lascia ampio spazio a brani ricchi di pathos e di respiro drammaturgico.
La chitarra affilata e la voce implorante della Iarrobino sono le protagoniste assolute del power pop con velleità epiche di Spara che apre l’album, del pop cadenzato inghirlandato dal delicato tintinnio chitarristico di Blu e soprattutto della ballata acustica per chitarra e archi di Cadavere (che lambisce in pari misura sia le composizioni nevrotiche di Neil Young che quelle tormentate ed esistenziali di Lisa Germano). Questo stile contrito e speranzoso raggiunge vette insperate in Guardami che è fondamentalmente un tema rinascimentale arricchito dalla voce orgogliosa della Iarrobino e dalle chitarre raddoppiate. Chiude l’album la title track che accoppia felicemente sprazzi di psichedelica a un tema nella tradizione cantautorale italiana. Nel complesso l’esordio di questo trio campano è incoraggiante sia per le buone idee messe in mostra, sia per l’accurato arrangiamento delle canzoni. Avanti così Ephimera!