Myale (pronuncia: maiale) è la creatura del cantautore fiorentino (di Montelupo) Alessio Peruzzi che a 34 anni ha trovato i mezzi ha trovato i mezzi e la voglia di pubblicare l’omonimo EP di 7 pezzi (in 25 minuti; più che altro possiamo considerarlo un mini LP). L’album che è stato prodotto da Samuele Cangi (il batterista del gruppo).
L’album è un onesto prodotto pop da cameretta. Musica e testi sono vivaci e frizzanti e l’idea che sta alla base è quella di riprendere le armonie degli evergreen degli anni Cinquanta – primi anni Sessanta e centrifugarli in una pastosa produzione da synth pop. Non molto originale ma funziona se si considera i mezzi a disposizione, il fatto che è pur sempre la prima prova e la generale atmosfera di rilassatezza sbarazzina. Questa atmosfera che ricorda spesso gli hit e i tormentoni estivi la troviamo nell’iniziale Ci Provo Sempre-A Farti Ridere (un twist cadenzato e sintetico) e nel swing da spiaggia di La Canzone Di Una Svolta. Myale è capace di osare di più con i power pop concitati di Stiamo Bassi e Zero Sbagli (che ricorda un po’ il frigido pop da hit parade dei Cars). La propensione a citare il pop modernista trova una sua parziale apoteosi nella ballata pop di Einstein (introdotta e cullata dalle note di uno xilofono dolcissimo) e nel funk anthemico di E Tu, la cui lambiccata produzione evoca i massimi cultori del revisionismo del pop melodico degli anni Ottanta, gli XTC (sembra che in cabina di regia ci sia proprio Todd Rundgren). In tutta questa orgia revisionista che riprende tanto il beat di Liverpool quanto il pop da spiaggia californiana si colloca perfettamente la discomusic di Normale My (con citazioni da Moroder ai Depeche Mode e chitarrina deliziosamente ritmica) che costituisce un altro apice in quest’operazione volta sostanzialmente a creare una sorta di muzak commerciale raggruppando i pezzi sparsi di altra muzak commerciale, quella stessa che ha fatto sognare e impazzire la gioventù di almeno 3 decenni (dagli anni ’50 agli anni ’80). I testi come già detto sono allegri e nostalgici. Ognuno di noi ci può ritrovare i patemi adolescenziali delle lunghe e assolate estati al mare: anche questo è revisionismo e per di più ironico e quindi nobilmente appartenente alla letteratura di genere. Questo costituisce un buon viatico per le future prove del gruppo che aspettiamo su un nuovo lavoro più corposo (un LP vero insomma e che sia musica da juke-box). Alessio Peruzzi canta e suona tutti gli strumenti; oltre a Cangi (produttore e batterista), nel gruppo danno manforte Lorenzo Bagnoli (chitarra), Marco Fusi (violino) e Francesco Cangi (trombone). L’album è uscito nel maggio 2016 per l’Areasonica Records.
di Alfredo Cristallo