I Rumor sono un duo lombardo (provengono dalla zona del Lago Maggiore) formato da Marco
Platini (voce, basso, synth) e Mattia Anelli (chitarra, synth). Sono attivi fin dal 2007 e hanno all’
attivo due EP , il primo nel 2010, autoprodotto e intitolato Prima e il secondo intitolato Pois e
prodotto dalla Riff Records nel 2014 (la produzione artistica era di Sergio Quagliarella; all’epoca si avvalevano anche di un batterista.
Nel 2014 vinsero il noto concorso milanese Pending Lips festival. Seguì una serie di tour di cui uno nel 2014 in Irlanda con i Dem Fools, uno nel 2015 in Italia per promuovere il loro secondo EP e un altro sempre in Italia nel 2018. Hanno condiviso il palco con Marta Sui Tubi, Niccolò Fabi, Tre Allegri Ragazzi Morti e Cloud Nothing. Con il brano Il Grande Salto sono stati anche finalisti di Sanremo Giovani nel 2015. Il loro primo LP Ti Ho Visto Ad Alta Voce è uscito il 23 marzo 2018 per la Junkfish Records. Sebbene formalmente inseribili nel filone dell’indie pop italiano, il loro sound futurista, tecnologico, classicheggiante e operatico finalizzato a pennellare ballad sentimentali e malinconiche a metà strada fra decadentismo ed esistenzialismo li pone in diretto collegamento col synth pop romantico e orecchiabile dei primi anni Ottanta.
Nello stesso tempo il tono medio delle loro trasognate confessioni e delle loro elegie metafisiche ne fanno un contraltare italiano del prog-rock post-psichedelico dei Doves. L’elettro-pop iniziale di Carnival (e il suo stretto parente appena più rumoroso di Mai Iro), che è stato anche il loro singolo apripista, danno il tono generale dell’album. Partendo da questo canovaccio i Rumor
tendono ad agghindare gli altri brani dell’album con arrangiamenti che mantengono quel tanto di intellettuale e barocco da contrappuntare il loro sound che è basilarmente un pop elettronico che agisce come veicolo dell’alienazione e della paura del futuro tecnologico. Le cose migliori sono il pop malinconico su cadenze funeree di Neve, il cantautorato pop di Canzone Per E. propulso da accordi jazz di chitarra e organo, la serenata melodiosa di Amare con crooning strappalacrime (e assolo straziante finale di tromba) e il boogie di Uomo pt 1,2,&3 impigliato in una ragnatela di filtri elettronici e cadenze rave(è forse il loro brano migliore). La classicità formale del loro synth pop è affidata alle cadenze androidi di Paura, infarcito di tastiere glaciali e canto sibilante (qui Marco Platini sembra proprio Piero Pelù) e la sonata funebre per piano ed elettronica sparsa di Incendio. I Rumor deviano parzialmente dal loro programma principale con i due reggae mimetizzati di Ciao Ego e Uhuh. Il pop rococò dei Rumor opera di fatto una fusione fra synth pop, minimalismo, cantautorato e psichedelica tramite un fascio di acquerelli miniaturizzati (l’album dura poco più di mezz’ora) orecchiabili e di sicuro effetto suggestivo.
La produzione artistica è dei Rumor, Sergio Quagliarella. Collaborano al lavoro Evita Polidoro (campionamenti), Francesco Giorgio (corno) e Gendrickson Mena (tromba).
di Alfredo Cristallo