Gli amici dello zio Pecos sono una band marchigiana (provengono dalla provincia di Ancona). Il gruppo, un quartetto formato da Francesco Zagaglia (voce, chitarra), Thomas Bellezze (chitarra, cori), Luca Pucci (basso, cori) e Nicola Emiliani (batteria, cori) si conoscevano e suonavano insieme dai tempi di scuola finché un giorno del 2007 il proprietario di un locale chiese loro di suonare qualcosa di acustico. Benché non avessero fatto niente di simile, accettarono e la risposta del pubblico fu talmente entusiasta da convincerli a formare un gruppo che sapesse fondere il loro stile folk e country nel formato di una canzone pop orecchiabile e accattivante.
Tre anni dopo vincono il premio del Centro Studi Franco Enriquez ancor prima di pubblicare il primo album che esce nel 2011 col titolo di Tribù a cui segue un breve tour promozionale nei teatri costellato dal successo e dalla entusiasta risposta di pubblico e critica. Grazie alla collaborazione con l’agenzia Isolani spettacoli diventano il gruppo più richiesto nelle Marche grazie anche al loro originale studio che mescola folk, cantautorato, pop, swing e rock’n’roll e un generale impulso verso la revisione eccentrica e bizzarra degli stereotipi della musica da consumo. Nel 2012 arriva il secondo album intitolato Oppure No che presenta un approccio più sperimentale nelle composizioni.
Nel 2014 decidono di arricchire il sound con l’uso del synth e incidono il singolo Donna Bomba. Nel 2015 pubblicano l’album live Quattro Birre Per Favore. Nel 2016 incidono il singolo Giovane, la loro prima canzone corredata da un videoclip. Il 2017 è l’anno dello sbarco sulle piattaforme digitali e della pubblicazione di ben 3 singoli (ognuno col suo relativo videoclip). Questi tre singoli più Giovane sono la spina dorsale del nuovo album che viene pubblicato il 6 giugno 2018 col titolo Le Azioni Noiose. Nel nuovo album, la band prosegue nel suo programma di rivisitazione dei classici del rock, dello swing e del blues attraverso la mediazione di suoni elettronici e una generale atmosfera scanzonata e festaiola. Il loro stile musicale è per conseguenza melodico, ritmico, arrangiato e parodistico risultando dalla fusione di più immaginari musicali fra i più seducenti di sempre. Così quasi con naturalezza convivono nello stesso album l’elettropop della title-track suonato al galoppo e quello più de-evoluto di Merda e Roveri (il loro primo singolo dell’anno prima), il folk-pop acustico di Novantasei (il secondo singolo del 2017) con versioni di roots rock più classico come Officina (suonato come l’avrebbe suonata Warren Zevon) e Quello Che Non Va, il rockabilly alla Stray Cats di Pensa Per Te col soul pop di Umilissimo (il terzo singolo del 2017) con scat irresistibile alla B’52’s mentre il synth pop tenebroso ed elettronico di Inferno è un’incursione nel pop futurista degli Ultravox. Il pezzo finale che è il vecchio singolo Giovane funziona da summa stilistica dell’intera operazione mescolando uno swing pianistico alla Piero Ciampi col cantautorato di Edoardo Bennato (qua e là riaffiorano passaggi del classico Il Gatto E La Volpe) e condito con suggestioni di beat classico italiano. L’opera per quanto sembri improvvisata e pensata tutta d’un fiato è invece studiata nei minimi dettagli ma sempre mantenendo una certa freschezza e lontana mille miglia dalla pedanteria. Il disco è autoprodotto.
di Alfredo Cristallo