I Black Bog Band sono una band indie/alternative rock nato fra la provincia di Milano e quella di
Monza. Il gruppo muove i primi passi nel gennaio 2016, inizialmente come quartetto, per
consolidarsi come power-trio verso la fine dello stesso anno schierando Bagri alla chitarra e voce,
K al basso e seconda voce e FedeP alla batteria. Dopo due anni di concerti (fra i quali Bloom,
Andalo Rock e Mare Culturale Urbano) e svariate ore di sala di registrazione hanno registrato a
Maggio 2018 il loro primo EP intitolato 20060 e registrato all’EDAC studio di Fino Mornasco con
Davide Lasala (già collaboratore di Giorgieness e Vanillina) e Andrea Fognini. Il lavoro è poi stato
pubblicato il 17 novembre 2018. Il sound del gruppo è capace di mettere d’accordo l’hardcore
degli anni Ottanta col grunge e il punk pop degli Anni Novanta. Benché giovanissimi (fra i 18 e i 20
anni) il gruppo è capace di muoversi, in questa prima prova (4 brani per soli 20 minuti), fra la
slamdance epilettica e l’enfasi incalzante dei Black Flag (unita al classico passo di trotto dei
Ramones) e le melodie incalzanti e orecchiabili degli Screechin Weasel (unito al punk pop irruento
tipico dei Green Day). Le loro melodie forniscono una testimonianza allucinante della depressione
psichica della metropoli e dell’atmosfera decadente e disumanizzata molto più vicina alla realtà
quotidiana della piccola e media borghesia suburbana.
I loro riff a rotta di collo sparati a velocità supersonica e il rumore chitarristico marchiano a fuoco l’hardcore viscerale e incendiario del brano d’apertura Efesto (che era non a caso il dio del fuoco della mitologia greca).Il secondo brano Fuori Di Me (che con i suoi quasi 7 minuti è il brano più lungo dell’EP) trasforma un lento intro
semiacustico in un altro hardcore epidermico e carico di tensione e violenza repressa (un po’ come nei Killing Joke) per concludersi in un giro armonico hard blues con assolo ruggente e virale alla Pearl Jam. Il terzo brano Fiore Inesploso (che è stato il singolo apripista uscito nel maggio 2018) è un’altra slamdance con accordi psichedelici, tempi dispari e tappeto di riff sincopati e distorti alla Saccharine Trust. Si chiude con Senza Peso ennesima slamdance tambureggiante ed epica costruita con stop and go ritmici e chitarristici e conclusa con un assolo alla Jimmy Page. Il canto forte e cristallino, la foga rovente ed acrobatica della chitarra e una sezione ritmica che tiene dietro come un treno senza lesinare i colpi sono gli elementi principali di questo sound e altrettanti elementi di una sorta di revival dell’hardcore e del punk pop replicando il trucco di
catturare la frenesia e l’insoddisfazione adolescenziale con i mezzi dei ritmi veloci e degli anthem esistenziali: nel chiasso e nella concitazione si fa largo un powerpop melodico peraltro sempre venato di malinconia e di pessimismo. Con questi mezzi il gruppo si candida credibilmente a diventare un punto di riferimento per la rinascita del grunge italiano.
di Alfredo Cristallo