Giulio Casale è un musicista, attore e scrittore di Treviso (dove è nato nel 1971). Nel 1990 dopo
aver conseguito il diploma al liceo classico, inizia studi di filosofia teoretica a Venezia. Dopo aver
abbandonato la carriera sportiva (giocava a basket nella Benetton Treviso) impara la chitarra da
autodidatta e nel 1991 fonda il gruppo rock Estra con cui pubblica 4 album (più un live) fra il 1996
e il 2003 anno in cui il gruppo cessa di fatto l’attività. Casale inizia presto ad affiancare alla carriera
con gli Estra, una carriera solista che si sviluppa in concomitanza con la sua attività letteraria e
teatrale. Le liriche di Casale permeate di elementi simbolici, largamente introspettivi ed
esistenzialisti, hanno spesso come tema il concetto di assenza e l’immersione della natura e si
sviluppano musicalmente nella forma di concerti-reading.
Il suo primo album (tratto da uno spettacolo teatrale) intitolato Sullo Zero (2002) è basato su un omonimo libro di poesie (pubblicato nel 2000). Nel 2005 l’album In Fondo Al Blu è tratto dallo spettacolo teatrale Illusi D’Esistenza di Roberto Citran. Nel 2012 esce Dalla Parte Del Torto il primo album non legato alla sua carriera letteraria o teatrale. Nel 2014 pubblica Le Cattive Strade con brani tratti dall’omonimo spettacolo
teatrale. Nella sua carriera teatrale ha messo in scena lavori su Giorgio Gaber (a cui è dedicato un
suo libro uscito nel 2006), Fabrizio De André, Fernanda Pivano (la traduttrice storica dei classici
della letteratura beat americana) con Canzoni Di Nanda un lungo medley di canzoni su testi di
artisti e scrittori beat americani (2010) e Anton Cechov con lo spettacolo teatrale Lampi del 2018.
Nel 2017 pubblica l’EP Cinque Anni, a novembre nel 2018 pubblica il singolo Un Giorno Storico che
precede l’uscita dell’album Inexorable che esce l’11 Gennaio 2019 per la Vrec Music Label. Il nuovo
LP, prodotto da Lorenzo Tomio e Alessandro Grazian, è una miscela di elettrico ed elettronico che
usa il synth-pop degli anni Ottanta he consente a Casale di pennellare ballad a metà fra
decadentismo ed esistenzialismo che conservano allo stesso tempo l’espressionismo della blank
generation e rivendono attraverso ritmi futuristici e metropolitani l’angoscia dei Doors. Casale ne
emerge come austero bardo dai toni pensosi e nichilisti impegnato in una suggestiva miscela di
alienazione e tecnologia: il sound enfatico e manierista rappresenta da un lato il fascino e la paura
della civiltà post-industriale e dall’altro il tenero abbandono dei poeti maudit. Guidate dalla voce
di Casale tanto asettica quanto malinconicamente disperata (e a volte vicino al recitato di Emidio
Clementi dei Massimo Volume) scorrono i synth pop titanici e futuristici di Non Ci Sarò (con fuga
armonica martellante di piano), Scolorando Bice, Coscienza C (che sfoggia un indovinato groove di
batteria), Ammirarti Infinita e il martellante Tutto Cadeva, i delicati acquerelli impressionistici di
Soltanto Un Video (con tocchi di Kosmische Rock e citazione finale da Apocalypse Now) e Resto Io,
il rock ferroviario di Sono Corpo, le novelty di Un Giorno Storico e Roger Trip Advice (in realtà un
rap intriso di umori cosmici) e il chamber lied pianistico (con elettronica discreta alla Kraftwerk in
sottofondo) di Un Minuto che propone Casale come controparte maschile del ritualismo paranoico
dei soliloqui di Lisa Germano. Gli arrangiamenti sono un capolavoro di sonorità artificiali che
sfiorano il post rock (accordi sparsi di chitarra e piano, effetti concisi e dosati, canto affettato) il cui
elemento caratteristico è un mix di armonie dense e flamboyant. Spaziale e commosso questo
album si ascolta come una forma barocca e inquietante di neo-romanticismo anni Ottanta.
di Alfredo Cristallo