Alex Cremonesi è un cantautore milanese noto per essere stato il terzo La Crus; nel gruppo di
Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti, in cui ha militato fra il 1993 e il 2008, era autore di
parecchi testi del gruppo anche se non partecipava ai dischi e ai concerti. Con i La Crus si è
aggiudicato il Premio Tenco, il premio Ciampi e il Premio Italiano della Musica. Patito di musica
elettronica, ha concepito nella sua successiva carriera solista una forma d’arte che unisce la
musica agli aspetti visuali. Il primo esempio è stata la collaborazione con i Masbedo nel 2010 con
un’installazione audio video intitolato Kreppa Babies. Nel 2012 è autore dei testi di Planetario del
collettivo artistico dei Deproducers, dello speech il Rimedio Della Fortuna, di Tra La ancora con i
Masbedo. L’anno successivo pubblica Canzoni Invisibili, 10 canzoni ispirati alle opere di Italo
Calvino, insieme a Lagash in singoli da 7” e 12”. Nel 2014 partecipa alla video installazione Please
Close Your Eyes. Nel 2015 crea il concept Milano-
A Place To Be per l’EXPO e pubblica il 12” in vinile a tiratura limitata di Vinyl In Canvas. Nel 2016 partecipa all’installazione di Moi-Peau, al live set di Vinyl In Canvas ed è autore dell’installazione Salomè. Nel 2017 scrive i testi per Botanica con i Deproducers ed è autore del manifesto poetico OP17 IO. SEMPRE. Infine partecipa all’installazione Io Puttana !. Nel 2019 pubblica per la Riff Records il suo primo LP che s’intitola La Prosecuzione Della Poesia Con Altri Mezzi (il riferimento alla citazione di Von Clausewitz è abbastanza evidente) che esce il 18 novembre. La Prosecuzione… è un concept album in forma poetica dei rapporti
relazionali fra arte ed individuo, in cui Cremonesi sviluppa il suo cantautorato elettronico per
colonne sonore di film d’essai. Da una parte c’è quindi la forma poetica mai banale o scontata che
gioca continuamente con rimandi e citazioni di altri autori. Dall’altra parte c’è un approccio
musicale che usa le possibilità della musica elettronica, del glitch, della psichedelia, dell’ambient,
della musica concreta per creare un album che si avvale della partecipazione di una pletora di
musicisti a ognuna dei quali è stato chiesto di partecipare con un campione sonoro senza nessun
vincolo di velocità, melodia, timbro e armonia. Analogamente agli interpreti vocali è stato chiesto
di individuare uno tra cinque brevi testi che hanno come tema la psicanalisi lasciando libertà di
scegliere tonalità e linea melodica. Questi frammenti sonori sono stati rielaborati partendo
dall’enunciati Mirò “E’ la materia che detta l’opera, che l’impone”. Musicalmente l’album è
un’opera d’avanguardia che usa tecniche di collage sonoro per costruire un manifesto di un’arte
austera di concepire la musica alla ricerca di un sound elettronico e atonale che incorpora glitch
music, aleatory music, musica concreta, musica industriale e free jazz. Il tono dei pezzi è sempre
distaccato e non chalant avvolto in un sound tenue e dimesso, organico e plastico invece che
meccanico e monolitico che non manca mai di insinuarsi fra le maglie della psiche. I brani sono
tutte jam in lento ma costante crescendo che sembrano intro, finali, code e continuazioni di brani
ancora da comporre, trasudanti una spiritualità figlia di quella degli hippie degli anni ’60, della new
age e della musica minimale. Scorrono lievi e policrome dunque la glitch ambientale con profumi
mantrici di Interstizio 2, l’om atmosferico e sinistro di Desiderio I 1, la romanza classicheggiante
con pianismi alla Satie di Orfeo 2, il declamato espressionista su ambient psichedelico di La
Prosecuzione…1 ed Euridice e quello invece su accordi hard rock di La Prosecuzione … 3, i trip-hop
fra glitch, sperimentazioni vocali e atmosfere spaziali di Desiderio IV 3 e La Prosecuzione … 2, il
canto muezzin su percussionisti tribali e pianismi alla Cacciapaglia di Desiderio I 3 e quello per fiati
di corte e archi wagneriani di Desiderio IV 2, la piece sperimentale alla Minox di Orfeo e la piece di
musica concreta alla Luciano Cilio di Desiderio IV 1, la miniatura elettronica ambientale alla Julia
Holter di Interstizio 3, il sinistro bisbiglio su echi di moog e trip-hop da dancefloor di La
Prosecuzione … 4, il dark panoramico per archi e frippertronics di Desiderio IV 2, l’acid house con
sax da jazz-lounge di La Prosecuzione … 3 e quella invece nostalgica con echi di musica concreta di
Please Close Your Eyes. Specialmente i brani cantati ricordano la ricerca maniacale dell’assoluto
degli oscuri cerimoniali di Nico mentre la poesia crepuscolare dei testi trasformano ogni canzone
in un tenero atto metafisico. Cremonesi ha costruito un album bellissimo in cui l’identità dei brani
è di non avere alcuna identità perché quest’ultima viene lasciata alla sensibilità artistica
dell’ascoltatore mentre l’atmosfera spettrale che avvolge l’intera opera sposa il dadaismo di Cage
con gli elementi più tenebrosi dell’espressionismo.
di Alfredo Cristallo