ATTO SECONDO.
I REALITY: SPIANDO LE FALSE VITE DEGLI ALTRI
Questo modo di proporre personaggi famosi e non, che si prestano a questa reale finzione fa capire che mancano le idee e i contenuti per poter inventare qualcosa di nuovo.
Una sorta di crisi dello scrittore. Ecco. Ma quando un artista non ha ispirazione si dovrebbe fermare. Non scrivere per un po’ e fare esperienze di vita per poter trovare una nuova suggestione e una nuova scossa.
Invece no. Non si riesce più a creare? Bene allora spettacolarizzo il vissuto di alcune persone. Entro nelle loro vite e gioco sulla loro emotività e su quella di chi guarda. E propino al pubblico un prodotto ormai preconfezionato che li tiene legati al piccolo schermo. Eh si perché quando la propria vita è noiosa e vuota, ci si rifugia morbosamente nelle vite degli altri.
Attori, presentatori, showgirl e personaggi dall’arte dubbia accettano di stare al gioco, ovviamente per soldi, ma non solo. La notorietà fa gola a tutti e diciamolo pure, la noia accompagna tutte le vite e il reality D’altro canto per chi guarda è una lunghissima soap che annichilisce, annacqua e anestetizza il cervello. Esattamente come il Truman Show. La vita ruota intorno ad un fake. Pazzesco!!! Certo, perchè chi guarda i reality crede che sia tutto vero e si sente emozionalmente vicino a questo o a quel personaggio.
Ma la cosa “pazzeschissima” è questo gioco pirandelliano per cui i protagonisti alla fine cadono prigionieri del loro stesso personaggio e cominciano, non più a recitare la loro parte ma a viverla realmente. Per questo gridano al mondo che loro sono “veri”.
Una dimostrazione dell’efficacia del metodo Stanislavskij.