IL SILENZIO DELLE VERGINI La Chiave Di Berenice

Avevamo lasciato Il Silenzio Delle Vergini (per brevità ISDV) alla pubblicazione avvenuta nel 2020 di
Fiori Recisi, un album già recensito su questa rubrica all’epoca. Nell’ottobre dello stesso anno il trio
dark wave milanese formato da Armando Greco (chitarra, synth) e Cristina Tirella (basso e voce)
sostituivano il batterista Franco Lauro Geruso con Marco Costaioli. Nell’estate del 2021 il gruppo
entra nella sala di Registrazione Natural Head Quarter a Ferrara di Manuele Ferrari per dedicarsi
alla registrazione di un nuovo LP con la collaborazione di Michele Guberti in cabina di regia. Nello
stesso tempo il gruppo ha continuato la sua attività live specialmente nel Nord Italia (memorabile
una loro data al Bloom). Dopo la pubblicazione di un singolo apripista intitolato Alba Verden uscito
l’1 aprile 2022 e di un secondo singolo Berenice, il disco completo intitolato La Chiave Di Berenice
viene pubblicato il 13 gennaio 2023 per I Dischi Del Minollo/Resisto Distribuzioni/Audioglobe. Il
nuovo LP si concentra sull’esplorazione condotta a livello interiore di temi come la natura,
l’amicizia, l’amore, la diversità, il viaggio e conseguentemente sulle domande che ci facciamo (che
valore ha questo che mi succede? Mi posso fidare o no?). I dieci brani che formano l’album (tutti
con un nome di persona) sono il tentativo di dare una risposta a questi quesiti, nello sforzo
costante di creare la propria identità evitando le facili omologazioni o la creazione di false
immagini di sé. Temi di così assoluto impegno vengono trattati ricorrendo volta per volta a una
sottolineatura musicale del testo o a una contrapposizione fra testo e arrangiamento. La loro
prassi si può quindi inoltrare in impenetrabili e allucinati passaggi esistenziali oppure in dilatazioni
sonore lisergiche, in fiamme di pura follia onirica che alimenta trasfigurazioni e stilizzazioni che
sfiorano ora il surreale ora l’iperrealismo.

Le loro canzoni sono quindi entità organiche che i passaggi di elettronica filosofica, le textures dense, le melodie disgiunte, le jamming fluide rendono un esercizio di stile al confine fra dark-wave, futurismo retrò e dream pop: il fine della loro musica è colpire simultaneamente cuore e cervello e il declamato di Cristina Tirella inerte e
quasi apatico completa la sensazione convergendo subdolamente e ineluttabilmente verso una
nuova forma di post-rock che destruttura il brano vivendo di contrapposizioni sistematiche e
sottolineando il senso di desolazione e vulnerabilità. I loro arrangiamenti improntati a dualismo e
poliedricità si ravvisano fin dall’iniziale Martin dove il più celebre discorso di Martin Luther King (I
Have A Dream) è immerso in una sinistra atmosfera da incubo, prosegue col trip hop marziale di
Kaori Kosei per piano classico, synth e occasionali riff di chitarra atonale, col post rock dadaista e
romantico di Marcel sulle tracce dei Notwist, rallentando la foga con la marcia nostalgica fra
chitarra e synth di Alba Verden, col lied arioso di Maetel, con la ninnananna di Berenice la cui
(apparente) luminosità si contrappone al testo infarcito delle tipiche invettive e violenze verbali
maschili nei confronti delle donne e col dream pop ai confini dell’easy listening di Pan. Gli ISDV
cercano poi nuove strade espressive col dub retro futuristico con sviluppo orrifico di Vincent (che
prende spunti dalla colonna sonora di Nosferatu (dei Popol Vuh per l’omonimo film di Werner
Herzog) e nell’hard rock rallentato di Marguerite per ritornare poi sui propri passi col lamento
finale di Anastasia fra tristezza e cupezza con accompagnamento ultraterreno di chitarra. Gli ISDV
hanno imparato alla perfezione la prassi di poliedricità/composizione di cui si è appropriato il post-
rock e sono divenuti una perfetta macchina assemblatrice di tali dinamiche. La produzione è di
Guberti, Massimiliano Lambertini e degli ISDV..

di Alfredo Cristallo

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