24 HOURS Ladybirds

I 24 Hours sono una band salernitana formatasi nel 1985 a Bari dove risiedevano i primi
componenti del gruppo impegnati all’epoca negli studi universitari. La prima line-up era formata
dai fratelli Lippe Marco (batteria) e Paolo (voce, synth) a cui si aggiungevano i due chitarristi
Roberto Aufiero e Fabrizio Bobba e il bassista Michele Deflorio. Il gruppo iniziò una vasta stagione
live nella zona registrando tutti i concerti e i demo in presa diretta. Questa vasta produzione
includeva il brano Dedicated To Ian (ovvero Ian Curtis il cantante dei Joy Division) e una cover di Us
And Them dei Pink Floyd. Nel 1987 il primo nucleo si dissolve e il batterista Marco Lippe fa
conoscenza con Nico Colucci. Questi appassionato di arte, grafica e musica lo mette in contatto
con Antonio Paparelli (chitarra) col quale forma gli Edain Danse gruppo dark-wave col Colucci al
basso. Dopo poco il progetto viene abbandonato e vengono riformati i 24 Hours con il redivivo
Paolo. La nuova line-up pubblica un primo demo-tape Trip Of Rains di 6 brani che verranno
ripubblicati nel loro primo album ufficiale autoprodotto The Smell Of Rainy Air (1991) su
incoraggiamento di Nick Saloman (ovvero Bevis Frond). L’album vende in pochi mesi tutte le 500
copie dell’edizione limitate e riceve entusiastiche recensioni dalla critica musicale. Poco dopo il
gruppo entra in contatto con il produttore Mauro Moroni patron della Mellow Records (la
principale etichetta italiana di progressive rock) che li scrittura e pubblica il loro secondo album
Intolerance (1994) ripubblicando su CD anche il loro primo LP. A causa della scarsa pubblicità i due
dischi si riveleranno un flop commerciale. Il gruppo allora contatta l’etichetta francese Musea che
pubblica nel 1999 il loro nuovo LP Oval Dreams che riceve critiche positive. Il gruppo ritorna come
trio (senza Colucci) nel 2001 e autoproduce il nuovo LP del gruppo intitolato The Sleepseller (2004)
più sperimentale dei precedenti ma con minore successo di vendite. Il gruppo si disperde
nuovamente e rinasce nel 2014 con i fratelli Lippe, Paparelli e il nuovo bassista Paolo Sorcinelli. Nel
2016 il gruppo pubblica il nuovo album Left To Live con la collaborazione di Steven Wilson (voce e
chitarra dei Porcupine Tree) e Steve Hackett (il chitarrista dei Genesis). Nel 2018 collaborano con
due membri dei Tuxedomoon (Blaine Reininger e Steven Brown) e pubblicano l’album Close-Lamb-
White-Walls per la Musea/Velut Luna. A causa della pandemia di COVID il gruppo continua a
lavorare a distanza e pubblica infine solo il 30 Settembre 2022 per la Andromeda Relix/Audioglobe
il suo settimo album Ladybirds. A questo punto il gruppo è formato dai fratelli Lippe, Sorcinelli,
Paparelli, Elena Lippe (voce; sorella minore dei due Lippe) e Ruggero Condò (sassofoni). Il
paradigma principale del gruppo è senza dubbio l’eclettismo musicale. I loro brani sono materiali
che rivelano un autentico talento per il progressive-rock italiano (Banco, Le Orme, Quella Vecchia
Locanda) e inglese (Genesis, King Crimson, Barclay James Harvest) degli anni Settanta, per il
progressive anni Novanta (Porcupine Tree) e per la psichedelia dei tardi Pink Floyd. L’album si
muove in un arsenale di trance e continuum strumentali, utilizzando la strumentazione con grande
maestria fra improvvisazioni libere, fantasie melodiche, contrappunti strumentali unendo
ambizioni neo-romantiche, sperimentalismo alla Radiohead, una fluidità presa dal jazz-rock e un
piglio aggressivo degno dell’hard-rock (Unexpected Result alla Blue Oyster Cult con tocchi di
futurismo). Sintetizzatori borboglianti, ritmi travolgenti, chitarre stratosferiche e spaziali (l’affresco
di space rock subdolo di Permanent War) e atmosfere fiabesche (Hypocrite And Slacker God) e
esotiche (la propulsione reggae con chitarre floydiane e assolo arioso di sax in Eterno Grembo Che
Dona) compongono un elegante mosaico sonoro. Le loro composizioni hanno come base il prog-
rock che può essere concepito come via crucis con percussioni che mimetizzano le chitarre
elettriche (Crevasses And Puddles), può essere cupo e metafisico (Why Should I Care For Strangers,

Incantesimo K-44, Caroline), può essere festoso e quasi ballabile (il synth pop anni Ottanta di
Ghost Pension) o raccolto e meditativo come nel lied pianistico di Una Perla Vivente Nascosta
Tutta La Vita interpolato da escursioni di sax e tocchi classicheggianti di chitarra. L’attento
dosaggio fra psichedelia, space rock e progressive romantico è dovuto indubbiamente
all’affiatamento del gruppo e all’abile mixaggio in fase di registrazione che trova così un magico
punto di equilibrio fra stili diversi, fra materiali vintage, strumentazione variegata (sax, chitarra,
violino), sperimentazione degna del rock di Canterbury. I brani spesso lunghi (solo uno è inferiore
ai 5 minuti, e ben 7 su 10 sono superiori ai sei minuti) non annoiano mai ma danno l’impressione
di un gruppo che ha molte più frecce della sua già ricca esperienza compositiva.

di Alfredo Cristallo

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