POPFORZOMBIE Ricordati Di Vivere

 

Abbiamo seguito la carriera dei PopforZombie dai loro inizi (il loro primo omonimo EP). Abbiamo
apprezzato il loro stile che mescolava folk e cantautorato e i loro testi fieri e dolenti al tempo
stesso. Abbiamo approvato il loro orgoglio disperato, la loro forza di opporsi ad un tempo che non
è più il loro né quello che avevano sperato che fosse, il loro rifiuto di piegarsi a logiche che non
sono e non sono mai state le loro (e si spera mai lo saranno). Ora guidati dall’inossidabile duo
Paolo Passera (voce) e Michele Battaggia (chitarra) due amici che sono insieme dai tempi di scuola
(e continuano a chiamarsi coi loro soprannomi di un tempo Poli e Bozzi), siamo arrivati al loro
terzo album Ricordati Di Vivere pubblicato dalla VREC il 16 gennaio 2025 e prodotto da Flavio Ferri.
Affiancati da Davide Costa (basso) e Roberto Zaffaroni (batteria) i PopForZombie danno vita a un
album in cui convivono il rigoroso impeto della volontà creatrice e la libertà di personalizzare in
una canzone, in un verso, in un arrangiamento l’eredità dei loro innumerevoli padri che rimane la
loro forza e la loro ragione d’essere. Ma questo nuovo album è anche un figlio dei tempi desolati
che stiamo vivendo, un peana alla rassegnazione ma anche un anelito alla determinazione di
resistere a questa desolazione e una testarda ricerca dei mezzi e dei metodi per uscirne fuori e
sopravvivere alla tempesta che si abbatte qui e ora sulla loro storia.

Compressa nei 44 minuti di musica acustica, un sussurro nel vento che ulula e flagella le membra e i visi, la loro musica è ormai diventata classica, un’ode accorata ad ancestrali ricordi, un’andamento armonico che mescola
compostezza e fervore e che contribuisce ad alimentare pur nella rassegnazione che stilla da ogni
nota quel senso di tragedia universale, del bisogno di catarsi e di un giudizio universale che è tanto
impellente quanto necessario. La loro arte drammatica e nello stesso tempo semplicissima e
lineare come non mai si rivela in delicati e minimali arrangiamenti che riesuma il folk anni Sessanta
per scandagliare gli stati terminali della malinconia, dell’angoscia e della disperazione. Scorrono
così lievi e anemiche le ballate natalizie di Che Ne Pensi (con flauti e vibrafoni che ricordano la
Incredible String Band) e Prometeo (ingentilito da synth progressive), i folk rock alla Modena City
Ramblers di Meglio Di Così e Padre (con armonica arcana alla Neil Young), la ballata folk in punta di
piedi di Chagall con coda in dissolvenza.

E se a volte ci si esalta nella ballata Lo Sai con echi caraibici, nel boogie di Rifugio con echi di Skiantos o nel cantautorato rock alla Bennato di Ciò Che è Importante, subito ci si rifugia nell’esistenzialismo gotico di Hai Ragione Ma Ti Sbagli con cupi rintocchi di campane a morto, nella nostalgia desolata di Discesa (che ricorda il Chris Isaak più fatalista e il Mark Kozelek più cupo e impressionista), nel lied per piano e voce della title-track.
Unico momento in cui l’animo si solleva, quasi un respiro per prendere aria dopo una lunga apnea
è il pop folk di Fallo Bene. Ma è solo un momento passeggero che vola via come una foglia nel
vento gelido dell’autunno più tempestoso. Funereo e contrito, Ricordati di Vivere vede un gruppo
che si agita come un’anima in pena oltre ogni pena, che annaspa nella certezza che la redenzione
forse non sarà mai alla sua portata ma che con eroismo e coraggio forse lo si può arrivare a
sfiorare. La versione deluxe presenta 5 remix dei brani dell’album reinterpretati da Andrea
Chimenti, Tommaso Cerasuolo, Roberto Tiranti, Mariano Deidda e Talea.

di Alfredo Cristallo

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