Ricordiamo che domenica 13 Gennaio, la mostra sarà aperta dalle ore 17 alle 19,30….per info chiamare 3343688592
Sabato 15 Dicembre apre la 4a mostra a Lorenzana sull’eros, Shameless, che conclude il ciclo delle 4 stagioni dell’arte. Infatti, questa e’ la Winter exhibition, la fase finale che include opere del Maestro Mario Madiai, Melissa Steckbauer, Patrick Coleman, Nora Suardi, Giovanni Boffa, Maurizio Biagini e di Giorgia Madiai, che ha fortemente voluto questa mostra per entrare lei stessa e far entrare lo spettatore nel mondo del corpo umano.
Il corpo in tutte le sue varianti, il meraviglioso mondo del nudo. Il nostro corpo come punto di partenza, come trampolino di lancio per esprimere ciò che troppo spesso rimane inespresso, rinchiuso, intrappolato nelle nostre convenzioni. Questa mostra ci fa capire quanto sarebbe facile e terapeutico tirarlo fuori. Ed e’ attraverso le immagini proposte , che si susseguono tra il sacro ed il profano, che si intuisce il confine tra ciò che e’ e ciò che vorremmo che fosse. Semplicemente nudo, intimamente nudo, innocentemente nudo. In questa mostra finale, che racchiude più artisti rispetto alle altre, si respira aria di desiderio mista a quell’audacia che fa andare oltre la fantasia, nell’immaginario collettivo. Sì perché e’ attraverso l’arte, in ogni sua forma, sia pittorica, sia fotografica, sia con qualsiasi altro mezzo espressivo e creativo, che si può toccare la nostra più profonda essenza, si può percepire lo scalpitare dell’anima per giungere ad un climax tutto personale che trascende il nostro essere. Ed e’ proprio osservando le opere dei vari artisti della Winter exhibition che lo spettatore attento potrà trovare dentro sé stesso tutte le varie sfaccettature di questa forza tanto potente quanto difficile da definire: il desiderio, e senza vergogna alcuna, potrà sentirsi parte del tutto.
Un breve cenno biografico dei vari artisti che ci delizieranno con le loro opere:
Maurizio Biagini: Maurizio Biagini nasce a Livorno, da una famiglia di commercianti. Il padre, noto pittore, ne percepisce presto quell’intellettualità pittorica che va ben oltre alla corrente classica post- macchiaiola. A 24 anni Maurizio s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Carrara, insieme all’amico pittore Stefano Ballantini. Ben presto Maurizio, però abbandona l’accademia, poiché troppo irrequieto e controverso per seguire le classiche lezioni dell’istituto. Inizia una serie di opere grafiche ed acque forti, con le quali fa la sua prima mostra presso la sala comunale di Rosignano. Frequenta per un breve periodo lo studio del pittore locale Paoli. Partecipa a diversi concorsi di grafica con buoni successi, con diversi primi premi a Viareggio, Cascina, Castiglioncello,… Nel 1995 vince un concorso presso Firenze; questo successo e l’aiuto della moglie Monica, danno nuova vitalità pittorica a Maurizio, che inizia così a dipingere regolarmente. Nel settembre dello stesso anno torna a visitare per l’ennesima volta la Biennale di Venezia, dove rimane impressionato dalla “non Pittura” in generale. Poeta oltre che pittore, Maurizio ha partecipato a numerose mostre personali e collettive e diverse opere si trovano presso pinacoteche comunali italiane e collezioni private.
Giovanni Boffa: Nasce a Torino nel 1935. Sono degli anni 60’ le opere sui grandi temi marini ed ecologici, ed in seguito i “Cicli Vitali” e le “Tensioni” raccolte nell’ampia mostra antologica allestita dalla Regione Piemonte nelle sale di palazzo Callori nel 1980. Nel 1991 in occasione del XXV anniversario del WWF presenta una visione d’insieme dei quadri sul tema ecologico dal titolo “Quale domani?”. Nel 1993 su invito del Parlamento Europeo, presenta nelle sale del Palais d’Europe di Strasburgo una sintesi di trent’anni di impegno artistico, in una personale dal titolo “Messaggio alla ragione”. Artista poliedrico numerosa e’ la sua partecipazione a mostre sia in Italia che all’estero. Dopo un lungo soggiorno nell’ Isola di Capraia a dipingere soggetti sottomarini e dopo un periodo trascorso a Livorno, oggi risiede nella campagna toscana e da alcuni anni nel suo lavoro descrive paesaggi, angoli remoti e le colline della Toscana.
Patrick Coleman: Artista inglese con un curriculum di tutto rispetto, diplomato al Art & Design College of Luton, laurea in Fine Arts alla University of London e Master in Fine Arts al prestigioso Royal College of Art di Londra. Ha lavorato nei maggiori musei londinesi, quali National Gallery e V&A Museum of childhood come collaboratore esterno per vari progetti di promozione all’educazione artistica. Artista socialmente molto impegnato, con una vasta esperienza di educatore, crede fermamente che l’impatto e l’influenza dell’arte possono rendere le persone molto piu’ consapevoli sia sul piano sociale che ad un livello strettamente personale di crescita e cambiamento interiore. Numerose le sue mostre sia personali che collettive, per citarne alcune: nel 2000 Royal College of Art , nel 2009 Royal Academy of London e V&A Museum. Molte delle sue opere si trovano in collezioni private.
Mario Madiai: Nasce a Siena nel 1944. Frequenta dal 1957 al 1963 l’Istituto d’Arte “Augusto Passaglia” di Lucca e, sin da giovanissimo, si dedica alla pittura. Si distingue subito nelle manifestazioni artistiche nazionali più qualificate degli anni ’60 e ’70, tra le personalità più attente e sensibili alle tematiche del reale: la critica più avveduta lo segnala, per le sue doti creative straordinarie, tra gli esponenti artistici più preparati e accreditati. Del suo lavoro si sono occupati studiosi e critici come Pier Carlo Santini, Elio Mercuri, Raffaele Monti, Tommaso Paloscia, Renato Valerio, Mario Quesada e Manina Corgnati, Giuseppe Cordoni, Marco Palamidessi. Il suo rapporto con la pittura, lungo più di quarant’anni, è fatto di affetto, di amore, ma anche di sfida nell’affrontare sempre nuove situazioni per risolvere nuovi problemi. Così scrive Franco Basile nell’introduzione al catalogo di una mostra personale del 2003 “… il lavoro di Madiai si sviluppa per cicli monotematici, che sono argomenti suggeriti ora dal mondo vegetale, ora da visioni di città che diventano brani di un mondo reinventato appoggiandosi sempre all’emozione.”La sua partecipazione a mostre personali e collettive e’ vastissima, sia in Italia che all’estero. Attualmente vive e lavora a Lorenzana (PI).
Giorgia Madiai: Figlia d’arte, nasce a Livorno nel 1971. Ma lasciamo che sia Giorgia stessa a parlarci di sé in un’intervista di Irene Salvadorini del 2011:” …sono una figlia d’arte che dal padre, il pittore Mario Madiai, ha imparato prima di tutto a guardare e a fare tesoro di quanto succedeva intorno a sé. Entrata come pittrice all’Università Middlesex di Londra, ne sono uscita nel 1999 come fotografa, anche se concentrata prevalentemente sulla stampa, che negli anni si è raffinata con degli acidi particolari (il Lith Printing per esempio) e con le carte più idonee a raggiungere gli obiettivi ai quali tendevo. Dopo essere stata chiusa per anni in camera oscura, nel 2005, ho incontrato Paolo Garzella, colui che tutt’oggi ritengo essere il mio maestro e che mi ha iniziato alla fotografia digitale: un mondo che tuttavia, ha aperto le porte a fin troppi sedicenti artisti e alle loro idee geniali o provocatorie. In fondo mi piace considerarmi un po’ come un’artigiana: una fotografa all’antica che guarda alle sue opere come se fossero dei quadri. Il lavoro che mi appartiene di più è quello sul carattere femminile. Mi piace osservare le altre donne: guardarle, studiarle, dare loro la confidenza necessaria a catturarne il lato erotico. Recuperare quella bellezza e quella certa femminilità ormai quasi scomparse per lasciare spazio a stupide veline e immagini di donne irreali con ben poco da dire. Il mondo femminile è un universo ricco e complesso che riesco a raccontare anche in funzione di un rapporto di amicizia che mi lega alla maggior parte dei miei soggetti…” L’immagine sublime “Ave Maria” di Giorgia ritrae una donna-Madonna che tiene un fallo sul seno, e sembra più un quadro che non una fotografia, vi e’ un gioco di luce ed ombra proprio della pittura caravaggesca. Infatti Giorgia Madiai non si definisce una fotografa ma una pittrice.
Melissa Steckbauer : Nata a Tucson, Arizona, nel 1980, vive a Berlino. Ha studiato Storia dell’arte all’Universita’ di Utrecht e Fine Arts al Hogeschool voor de Kunsten sempre ad Utrecht, infine all’University of Wisconsin- Madison dove ha conseguito, nel 2008, il BFA. I suoi primi lavori sono dipinti legati al mondo della sessualita’, successivamente si accosta al collage fotografico come nuova forma espressiva. E’ costantemente alla ricerca di nuovi stimoli e nuove forme espressive dove catapultare la sua molteplice personalita’. Definisce il suo approccio all’arte: birichino, malizioso (Impish), perché così sente di essere veramente lei stessa. Adora le persone che hanno fiducia in sé stesse, quelle originali ed i timidi. E le sue opere nascono da un profondo bisogno di connettersi con l’altro. Solitamente sceglie i suoi soggetti fra amici, conoscenti, persone care e familiari. Melissa è un’artista estremamente curiosa che trova ispirazione ovunque posa il suo sguardo, per dirla con parole sue: in biblioteca, sul treno, facendo meditazione, girando con la sua bicicletta, nei prati ed osservando le persone. Insomma, tutto cio’ che appartiene al mondo visibile e’ per lei una possibile fonte d’ispirazione. Nelle sue opere si respira aria di intimita’, di privacy. La passione imperversa negli intrecci dei corpi nudi con un’energia tutta personale. Melissa, pur essendo un’artista giovane, ha vinto numerosi premi in America. Numerose le mostre a lei dedicate sia personali che collettive in Germania, Francia, Italia, Giappone, Belgio. In territorio toscano aveva gia’ esibito nel 2008 al Sottopasso, Livorno.
• Nora Suardi si avvicina al mondo dell’ arte a Londra, iniziando con la pittura per poi sconfinare nella fotografia, video e scultura. Dice di sé: “L’amore per l’arte rappresenta il mio stile e il mio percorso. Mi sono avvicinata alla ‘fine art’ come pittrice ed ho applicato le mie conoscenze al versatile mondo dell’elaborazione digitale. Ho lavorato per molti anni a Londra in agenzie di post produzione dove ho potuto affinare la mia tecnica e soprattutto il mio occhio.Nel 2001, tornata in Italia crea un proprio studio di post-produzione fotografica.Parallelamente mantiene uno spazio totalmente intimo dove continua a creare lavori personali che esplorano il mondo femminile usando tecniche miste.Espone una personale a New York (Koelb Gallery, 2002 ), collettiva a Londra (A-Part Gallery 2006) ed a Milano (Galleria Rota 2010).Nel progetto “Peccato” presenta una serie di acrilici su legno indagando sul lato oscuro, peccaminoso del mondo ecclesiastico. Ispirandosi a fotografie personali, immagini televisive o web, elabora digitalmente queste immagini trasformandole nella propria visione per poi tradurle in opere pittoriche. Sovvertendo così sia la sequenza creativa “classica” che la sfera sacrale a cui siamo abituati a leggere certe immagini.
Articolo di Emma Paggini