Due spettacoli in uno, due storie di vite in cui passioni, amore, progetti, ambizioni si intrecciano spolverizzate con essenza di pregi e tragedie solo italiane.
STORIE D’AMORE E DI CALCIO, di e con Michele Santerano e con Vittorio Continelli, sono raccontate con vigore da due fratelli. Riguardo ai compaesani immigrati, decidono di risolvere il rebus se integrazione sia uguale a sopportazione, inventandosi il primo Campionato Mondiale di Calcio Clandestino.
Chi vince comanda.
Le squadre sono composte dagli immigrati presenti in paese: Italia, Libia, Marocco, Polonia, Ucraina, Senegal. Rubano due porte nel paese vicino, 126 transenne e il vigile urbano del paese (con due ausiliari del traffico) a far da arbitro.
Tra una partita e un’altra, tra una rissa ed un’altra, l’incontro. Il fratello centrocampista, nonché titolare della squadra dell’Italia con la maglia azzurra con la scritta CARNI SCELTE (lo sponsor), incontra casualmente l’indiana con gli occhi che ti annegano. La contrattazione con suo fratello: puoi metterti con mia sorella se vinci il campionato.
Ma c’è anche un’altro incontro: il Malavitoso. “Devi perdere perché ho scommesso”.
Sembra la Storia d’Italia nelle Storie di Vite, racchiuse e frullate in uno sport che, al di là del gioco, è specchio.
Il conflitto interiore dura poco. Il centrocampista con la maglia azzurra con la scritta CARNI SCELTE vince.
Il bacio con la ragazza indiana.
Una mano sulla spalla.
Un calcio in bocca.
Un finale dolcissimo e amarissimo. E segretissimo per la gente del paese.
Ma anche (beh sì!) per chi sta leggendo ora…
Una lettura-recitazione serrata e coinvolgente, con tempi perfetti, induce per 50 minuti in risate sommesse e porta il pubblico a tifare per l’Italia con la maglia azzurra con la scritta CARNI SCELTE. Ma anche per l’Italia quella vera, mix unico ed incomprensibile di passioni e contraddizioni.
Recitazione che con la sua apparente leggerezza carica di una potenza devastante e destabilizzante l’inaspettato, amaro, finale.
Lasciamo crudelmente il lettore in curiosità per quanto riguarda NOBILI E PORCI, l’altra storia di Vita.
E’ quella di Gennaro de Gemmis, ricchissimo studioso e appassionato quasi compulsivo di collezioni. Di piante e di libri. Che ci lascia con un pensiero:
UNA PERSONA E’ I SOGNI DI CUI E’ CAPACE
marco vincenti