Questione di vita o di morte.
Questione di scegliere l’una o l’altra.
Ma a scatola chiusa.
Possiamo scegliere sulle cose piccole piccole o su altre grosse grosse.
Non ha importanza.
La cultura della prevenzione vale sia per il politico, sia per il pizzicagnolo che ci dà il prosciutto.
E’ un po’ come un gratta-e-vinci! Se quell’evento accade e hai fatto prevenzione, allora sei un genio, un mito, un mago…
Se non accade sei un coglione e hai buttato i soldi. Al gratta e vinci.
“Perché spendere un sacco di soldi per, non so, mettere un semaforo o un parapetto o fare un convegno o un servizio per bambini? Costa un botto e chissà se servirà…?”
… E “se” servirà? Abbiamo la palla di vetro? Leggiamo i fondi del caffè?
Facciamo finta che prevenire l’incidente, il disagio minorile, la carie, l’osteoporosi, la povertà, la recessione, il terremoto, il black out, l’incendio, la scossa elettrica… serva, anzi, sicuramente servirà.
Quando, non lo sappiamo. Ma se succederà e avremo puntato energie sulla prevenzione, saremo dei maghi. E vivi.
Uno dei quattro di Civitavecchia era amico di mio nipote*.
Marco Vincenti
(Scritto il 1° gennaio 2009. Ma non è cambiato nulla.)
*nel dicembre 2008 un ragazzo di diciassette anni morì nel ribaltamento dell’auto in cui viaggiava con altri tre amici maggiorenni. L’auto precipitò da un tratto sopraelevato del raccordo tra l’autostrada Civitavecchia-Roma e il porto.