IKEA HA APERTO A PISA

ikea

IKEA è aperta! Tutti in fila per IKEA. Chissà come sono contenti a Perignano, Cascina, Peccioli, Ponsacco!

In questo periodo di grave crisi della domanda saranno diverse le piccole attività commerciali, artigianali

ed industriali che si occupano di mobili, mobili su misura, cucine, camere e camerette, tessuti, tendaggi,

pentole e stoviglie, accessori per la casa, componenti d’arredo, arredobagno, tappeti… che dopo tanti anni

di onorata attività potranno tirare giù la saracinesca per l’ultima volta.

I proprietari i dipendenti ed i subfornitori locali di quelle categorie di attività potanno finalmente godersi

l’agognata pensione perché non venderanno più nemmeno un comodino.

FACILE VENDERE A PREZZI BASSI…

Ikea non è un gran modello per quanto riguarda i rapporti con i suoi dipendenti. In Italia si sono avute

manifestazioni a causa dei bassi salari, di lettere di richiamo ritenute eccessivamente severe e di

certificazioni dei medici aziendali sulle condizioni di salute dei lavoratori talora in contrasto con quelle

dei medici delle ASL. Nel 2007 l’ONG belga Oxfam-Magasins du monde ha aperto un’inchiesta per fare

chiarezza sulle lavorazioni dei prodotti IKEA, sul funzionamento degli approvvigionamenti e sulle effettive

condizioni lavorative degli impiegati dei suoi subappaltatori. Nell’ambito di questa inchiesta è emerso che

le lavoratrici di alcune fabbriche in subappalto in paesi asiatici lavorano fra le 80 e le 90 ore settimanali e

ricevono un salario al minimo legale: in India 37 euro al mese; in Bangladesh 11 euro al mese; in Vietnam

43 euro al mese, che non permette loro di vivere con dignità, mentre sono prive di tutela sindacale per la

paura di perdere il lavoro.

Noi italiani compriamo Volkswagen, BMW, Audi, Volvo, Mercedes, Renault, Peugeot, Citroen, Honda,

Toyota…

Vaglielo a dire ad un Tedesco, ad un Francese o a un Giapponese di comprare una Punto, che in quei paesi

è molto economica e non ha niente da invidiare rispetto alle city cars prodotte in quei paesi! In Francia

o in Germania nessuna azienda statale o parastatale comprerà mai un’auto prodotta all’estero. In Italia i

dirigenti delle aziende statali hanno tutti la Mercedes, la BMW o l’Audi.

In toscana l’amico Enrico Rossi ha speso, per quella stupida tratta ferroviaria Cecina-Saline 48 milioni di

eruro per comprare locomotori fwerroviari in Polonia, Mentre la Breda di Pistoia va male e licenzia. In

Italia si favoriscono gli immigrati rispetto agli italiani. In italia se uno straniero rischi la pena di morte nel

suo paese lo accogliamo come rifugiato politico, ma quando i marò Italiani vengono sequestrati in India

e rischiano la pena di morte l’Italia subisce. Non si tratta di essere nazionalisti, ma cerchiamo almeno di

difendere i nostri interessi altrimenti ci colonizzano! Ikea è Svedese, ha trasferito la sede legale in Olanda

perché li paga tasse inferiori a quelle Svedesi e poi viene in Italia dove i suoi concorrenti pagano le tasse

Italiane che sono molto più alte, producono i mobili in Italia dove il costo del lavoro è molto più alto che

in Bangladesh, in Vietnam, nelle Filippine o In Corea dove quelli dell’IKEA comprano a prezzi stracciati e

poi importano i mobili in Italia dove le aziende, gli artigiani e i commercianti hanno un costo del lavoro ed

una tassazione dieci volte più elevata rispetto ai paesi in via di sviluppo e sono costrette a chiudere o a

licenziare.

E noi “GONZI” che ci accalchiamo a fare la fila per comprare da IKEA …

Alessandro Tantussi
4 comments to “IKEA HA APERTO A PISA”
4 comments to “IKEA HA APERTO A PISA”
  1. Già attribuire la qualità di “riflessione politica” a quest’accozzaglia di luoghi comuni mi sembra eccessivo, sembra, e difatti lo è, uno sconnesso intervento brontolone da social network, più che un articolo ponderato e ragionato. Tanto per cominciare, le cause della crisi del comparto del mobile mi sembra siano da ricercare quantomeno anche altrove, è a dir poco qualunquista accontentarsi di puntare il dito contro IKEA e dire che è tutta colpa sua e che se non ci fosse stata l’artigiano ancora prospererebbe. So che sono rimasti in pochissimi falegnami ad avere addirittura i macchinari per tagliare il legno, in quanto la maggior parte di loro ormai lavora su prefabbricati. Ho visitato diverse botteghe di Perignano e notato una certa diversificazione: c’è l’artigiano che propone mobili in massello in stile antico, quelli che sono partiti con l’idea dello stile nautico per poi ampliare l’offerta, chi abbraccia uno stile moderno e chi propone sia il legno massello sia il compensato rivestito tal quale a IKEA, purtroppo non agli stessi prezzi, non sempre almeno.
    Un politico – o aspirante tale – io credo dovrebbe tirare meno conclusioni abbroccione e interagire di più con la realtà che lo circonda, evitando di scadere in frasi fatte e poco onorevoli quali “In Italia si favoriscono gli immigrati rispetto agli italiani”, o se proprio non ne può fare a meno, relegandole alla propria bacheca (preferibilmente con le corrette impostazioni della privacy in modo che vengano visualizzate solo da chi effettivamente lo desidera) e non pretendendo di scriverci un articolo serio. Per quello ci sono persone che quotidianamente studiano, si preparano, osservano, senza saccenza, vittimismo e recriminazioni fuori luogo.

    • Ogni scarrafone è bello a mamma soia, così si dice a Napoli, figuriamoci se non è bella Ikea, che scarrafone non è, la multinazionale Svedese merita il massimo rispetto. Non posso che riconoscere legittima l’opinione di Sara, anche se mi sembra sia velata da un risentimento ideologico nei confronti del sottoscritto che, come qualche sparuto internauta locale saprà, intende presentarsi quale candidato alle elezioni comunali di Pontedera. Comunque sia, ognuno può pensarla come vuole, bene o male viviamo in una Repubblica Democratica che riconosce a tutti, addirittura nella sua Carta Costituzionale, il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. Mi preme solo porre l’attenzione su alcune questioni: è notizia di oggi che a Capannoli chiude il Mercatone Uno e manda a casa i suoi 35 dipendenti. C’è poco da fare, tutto ciò rientra nel regime di libera iniziativa economica che, in quanto estimatore dell’economia liberista, non posso che condividere. C’è poco da fare, tutto ciò rientra nel regime di libera regime di libertà e ciò vale anche per IKEA. La cosa che mi fa ribollire il sangue non è l’apertura del centro commerciale svedese, quello che non sopporto è il totale asservimento della politica, a cominciare dall’Amministrazione Comunale di Pisa per finire al Governatore Enrico Rossi, che si è fatta in quattro per srotolare tappeti rossi sotto i piedi di una multinazionale. Mio da fastidio anche il fatto che, proprio mentre è sotto gli occhi di tutti la crisi nera del fatturato delle attività commerciali italiane che vendono cose simili a quelle che vende Ikea, schiere di consumatori (pare 15.000 persone) si riversino nel grande store Ikea per comprare svedese. E’ notizia di oggi che a Capannoli il Mercatone Uno chiude i battenti e licenzia 35 persone. L’apertura di Ikea comporterà un aumento della della crisi (e della disoccupazione) nel comparto mobili-cucine-complementi arredo-tessuti-accessori del nostro territorio che produce utilizzando manodopera locale. La maggior parte dei prodotti IKEA vengono dal Bangladesh, Vietnam, Filippine e Corea dove la manodopera costa quanto un piatto di quelle polpettine svedesi che Ikea importava dalla Repubblica Ceca, polpettine che recentemente sono state vietate in ben 13 paesi europei perché contenevano carne di cavallo. Spero di non essere definito né protezionista né nazionalista, ma resto dell’avviso che meglio sarebbe se politica italiana e locale, come avviene in tutto il mondo salvo che da noi, si spendesse per fare gli elogi del made in Italy e non del made in Sveden. Tutto qui, continuiamo a farci del male. Io , finché mi è consentito, continuo a tifare per l’Italia.

  2. lavoro come fornitore da 12 anni con IKEA, e smentisco categoricamente ogni singola affermazione di questo articolo “assurdo” – Mai ho trovato in un’azienda italiana il rispetto per il dipendente ed il codice etico IKEA, fanno miliardi di beneficenza, hanno il pallino dell’ecologia , comprano oltre il 20% dei loro articoli in Italia, e la produzione di mobili in Provincia di Pisa è finita 20 anni fa. Ancora una volta il Tantussi si rivela solo una Rana dalla Bocca larga a cui piace sparlare di tutto da Obama a Putin da Fiat a Ikea…

    • Forse è vero che io sono una rana dalla bocca larga, forse no, di certo quella del mio omonimo Alessandro è solo una opinione come tante, maleducata di sicuro, ma nient’altro che una opinione. Quella di Alessandro è atutti gli effetti, visto che non ci conosciamo, solo di una affermazione discutibile e pregiudiziale. Ma non è questo il problema, persone ignoranti se ne trova no a tutti gli usci, ed io ho imparato a lasciar correre. Quello che è certo è che io non sono di quelli, ce ne sono troppi, che portano il cervello all’ammasso e si adeguano a quello che dice e pensa la maggioranza perché non hanno né il cervello né il coraggio di cantare fuori dal coro. Può darsi benissimo che il mio omonimo Alessandro, probabilmente anche perché lavorando con Ikea ha tutto l’interesse a difenderla, abbia pienamente ragione. D’altra parte la ragione s priori pretendono di averla solo i fessi, l’intelligenza impone che su ogni cosa e su ogni argomento, si discuta senza pregiudizi e senza offendere chi non la pensa come te. Fin dai tempi di Voltaire e dell’illuminismo il principio “Non condivido le tue idee, ma darei la vita perché tu possa liberamente professarle” viene universalmente riconosciuto. Evidentemente una persona intelligente avrebbe replicato senza offendere e definire “rana dalla bocca larga” chi non la pensa come lui, ma che ci volete fare l’intelligenza ed il rispetto per le idee altrui sono ancora cosa rara. Il mio intervento contro Ikea, era una provocazione finalizzata ad instaurare un confronto serio (e senza offese) con chi la pensa diversamente. Ma non ci sono problemi, sono abbastanza scafato, se mi offendono non faccio akltro che ricordare l’insegnamento Dantesco: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

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