Facciamo un tuffo nei 60?

 

 

 

Chi sono e come nascono i So ‘60?

I So 60’s nascono più o meno sotto l’albero di Natale, nel 2010, dalle ceneri di alcune sporadiche esperienze live e di jam session: i membri ideatori sono Simone Gasparri, detto “Gas”, che suona la batteria, e la nostra front-woman, Selina Nardi. I primi arruolati sono stati il bassista, Elia Billero (raccomandato, cugino della cantante), il chitarrista solista, Luca Sollazzi (anch’egli raccomandato, in quanto ex compagno di liceo di Selina), e il qui rispondente, Michele Sperduto (raccomandato dal batterista, col quale condivido un’altra esperienza musicale). Un paio di mesi dopo, in vista della prima data live, abbiamo riempito un vuoto di sonorità con la chiamata di Antonio Sciarrillo, per tutti “lo sceriffo”, che suona la chitarra acustica, ed insieme all’altro chitarrista si diletta con cori e controcanti. Questo per quanto riguarda il come; il perché invece è da ricercarsi nel nostro poliedrico amore per la musica, che trova un punto d’incontro nelle mille sfaccettature dei favolosi anni Sessanta, e nell’eterna volontà di divertirsi e di suonare insieme!

La tua canzone preferita del repertorio e perché?

Domanda da un milione di euro… La preferita è senza dubbio “Senza luce” degli Equipe 84, cover italiana della ben più nota “A whiter shade of pale” dei Genesis, perché è quella che più da spazio all’hammond e alle tastiere. Purtroppo, però, essendo momentaneamente stata cassata, devo ripiegare su una risposta di riserva, e più o meno per gli stessi motivi scelgo, tra le tante, “Sono bugiarda” di Caterina Caselli!

Come scegliete quale cover fare?

Solitamente, quando non sappiamo cosa fare, girelliamo su Youtube, alla ricerca di qualche cimelio, che poi rigorosamente postiamo via Facebook agli altri membri della band, e infine, a maggioranza, decidiamo. In effetti questo uso della rete non è proprio anni Sessanta, ma sorvoliamo! Una volta alle prove, faccia a faccia discutiamo sul pezzo, pro e contro: capita, è capitato e capiterà che qualcuno si trovi a fare pezzi che non gradisce, o nei quali si sente poco partecipe, ma il bello di un gruppo è proprio riuscire a mettere in questi pezzi ancor più impegno e ancor più passione. Così, si recupera un po’ di quella carica che si perde automaticamente quando si suona qualcosa che non ci entusiasma.

Il posto più strano in cui avete suonato?

Essendo una band emergente è normale suonare praticamente dove capita! Le situazioni più strane, secondo me, sono state due: la prima un bel motoraduno all’aperto, molto carino, nello spazio antistante un locale (di cui non faccio il nome). La cosa strana è che, per problemi organizzativi, abbiamo suonato all’interno del locale, con le spalle al pubblico! In pratica, chi arrivava vedeva da fuori una porticina, tipo quella di casa, con un tastierista che spuntava! Per vederci tutti, in modo quasi decente, i malcapitati dovevano entrare nel locale e cercarci, lasciando all’esterno il fresco, i gelati, le moto e le auto d’epoca. Geniale.

La seconda è stata strana proprio per il posto: una specie di caffetteria, gelateria, “aperitiveria”, che ci aveva riservato un angolino della sala, senza un briciolo di palco, a due metri dalla vetrina con il cibo! Ovviamente le mie non sono lamentele, anzi, il bello di andare in giro a suonare è anche trovare posti e personaggi che non ti aspetti!

Qual è la cosa più divertente che vi è capitata?

Ci capita spesso che ci chiedano di fare pezzi, non solo fuori scaletta, ma totalmente fuori tema: a Fucecchio, circolo Pacchi, un tipo ha stressato il nostro chitarrista acustico perché facesse “La nostra relazione” di Vasco; a Monterappoli mi è stata chiesta “Vaffanculo” di Masini, e l’ultima data, a Castelfiorentino, è stata caratterizzata da un tipo che voleva assolutamente “Uomini soli” dei Pooh. Un giorno capiranno che non siamo un juke-box!

Dove vi vedremo la prossima volta?

Se siete bravi potete imbucarvi domani, sabato 21, ad un matrimonio, al quale ci esibiremo! In caso contrario, dovrete attendere il ritorno dalle nostre (e spero anche dalle vostre) meritate vacanze, e venire tutti ad Isola (dalle parti di San Miniato) il primo di settembre! Nell’attesa visitate la nostra paginetta Facebook e guardatevi i video:

http://www.facebook.com/pages/So-60-Band/194573030574739

Salutiamoci come nei sixties. Io dico: make love not war. Tu rispondi…

Per l’inglese il nostro madre lingua sarebbe lo Sceriffo, ma mi sostituisco a lui e ti dico: prisencolinensinainciusol! Se siete abbastanza sixties capirete.

 

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