Un’altra provocazione del nostro Alessandro Tantussi per i lettori di Micsugliando! Contiamo sui nostri lettori! Speriamo nasca un bel dibattito!Commentate l’articolo o scriveteci a micsugliando@gmail.com
C’è un teatro, a Pontedera? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli amici di MICSUGLIANDO. Alcuni cittadini non lo sanno, ma Pontedera vanta quaranta anni di tradizione teatrale, una presenza “prestigiosa” che molto ha prodotto e molto è costata alla comunità. Io di teatro mi intendo poco, specialmente di quello d’avanguardia, so che Pontedera ha ospitato spettacoli ritenuti epocali, che hanno visto la presenza, fra gli altri, del Living Theatre. Grazie al direttore Roberto Bacci, stabilmente alla guida della struttura pubblica da quarant’anni, tutto questo è stato realizzato in una dimensione internazionale, sia con le tournée all’estero delle produzioni sia grazie all’attività del Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards.
La cultura è una grande risorsa, anche economica. Quella d’avanguardia poi, è particolarmente encomiabile. Mi domando se la raffinata produzione d’elite non rischi, talvolta, di essere “aristocratica” ed esclusiva. In fondo perfino nella cultura “est modus in rebus”, qualcosa si dovrà pur concedere al popolo ignorante, altrimenti il rischio è quello che proprio coloro che hanno finanziato il teatro ne restino esclusi, con l’aggravante che l’ignoranza rimarrà tal-quale. Calarsi un poco dall’alto di quella “turris eburnea” dell’avanguardia, offrire al pubblico almeno un po’ dell’ordinaria produzione teatrale alla portata di tutti… beh, non sarebbe mica cosa sgradita! Anni fa al Teatro Roma si davano rappresentazioni più popolari e gli abbonati non mancavano. La sala, a quanto mi risulta, era colma di gente forse culturalmente modesta che andava a godersi il teatro di Pirandello, quello popolare di Eduardo De Filippo così come Chechov, Brecht, Beckett o gli autori d’oltre oceano.
Non vorrei che quello che Bacci definisce “teatro intimamente aperto al mondo” fosse precluso ai Pontederesi che l’hanno finanziato. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli amici di MICSU perché la mia ignoranza è totale, lo confesso, e proprio per questo mi rivolgo a chi di teatro si occupa.
di Alessandro Tantussi.http://youtu.be/c2l0cUVP4mk
Ecco una prima mail appena giunta fresca fresca in redazione, la postiamo per intero…
“Salve,ho letto l’articolo sul teatro Era di A. Tantussi; in efetti il tema meriterebbe chiarezza.. capisco il senso di quello che dice è un po’ lo stesso difetto in cui (scadeva e ancora avvolte scade la critica ), ossia dimenticarsi che il teatro è nato come luogo di aggregazione dei cittadini.. quindi deve parlare a tutti, altrimenti il messaggio raggiunge solo pochi.. però il tema è complesso perché allo stesso tempo non si può neanche abbandonare l’identità di un teatro che è ormai un istituzione, uno delle poche realtà attive davvero in Italia, conosciute anche all’estero..” V.S.
Vorremmo aggiungere un’altra considerazione: “Non può essere che il teatro è vuoto non per colpa di spettacoli troppo elitari, quanto per cattiva gestione della pubblicità sul territorio? Magari non si è riusciti a coinvolgere ed educare il pubblico in modo capillare… forse c’è da puntare su un determinato pubblico di nicchia che andrebbe fidelizzato meglio…” C.M.