MATTEO TONI Di Pomeriggio Cosa Fai

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Otto mesi fa Matteo Toni s’impose nel panorama musicale italiano con il suo secondo album Nilla!Villa! (novembre 2014) nel quale sciorinava un atipico surf blues per sola slide guitar ricco di suggestioni e riferimenti alla tradizione del blues così come si era sviluppata dagli anni Venti agli anni Ottanta.

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Il tutto immerso in un’atmosfera psichedelica e frullato in un’ immaginario lirico che saccheggiava le icone della cultura pop. Ritorna adesso con un EP acustico di 5 pezzi in cui reinterpreta in chiave acustica alcuni brani del suo LP precedente. L’EP intitolato Di Pomeriggio Cosa Fai, registrato e remixato al MLM Studio del Dj Cecc Litta, ha una strumentazione ridotta all’osso (Matteo alla slide acustica e Mr. TT alla chitarra cajun) che tuttavia basta e avanza per cesellare 5 canzoni da ascoltare la sera al buio delle stelle fra fantasie e frinire di grilli o sulla spiaggia col vostro amore fra fantasie e sciabordio delle onde, fate voi. Tanto per rendere la cosa più interessante e curiosa Matteo ha cambiato lo stile dei brani rispetto alle versioni originali.

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Così l’iniziale Il Tempo Dei Morti Viventi che era un surf depresso è diventato un gioviale reggae cadenzato e all’opposto il reggae di Kebabellaria è diventato un horror blues alla Gun Club (noti titolari del blues più orrifico e demoniaco degli anni Ottanta). Credi Ancora Nel Grande Blu si guadagna le mostrine di brano meglio reinterpretato con il suo slapping blues croccante e Musica Porno (citata come bonus track nei credits) si piazza al primo posto del brano più simpatico, un gospel che si tramuta in uno ska scatenato nello stile tipicamente proteiforme dell’autore.

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Ma aspettate: c’è ancora tempo per una cover, quella di Minha Galera presa dal primo album solista di Manu Chao (Il vendutissimo Clandestino) e rifatta come se Manu Chao facesse la parodia a sé stesso. In questo EP, Toni ha abbandonato il suo stile ipersfrenato e iperlascivo del precedente album (probabilmente perché la strumentazione non lo consentiva) ma di sicuro non ha abbandonato la sua verve ironica che ammicca costantemente ai rituali estivi giovanili con sguardo divertito e leggermente nostalgico: infatti l’album è uscito a fine luglio e la frase del titolo è ultratipica del linguaggio teenager. La copertina è di Gaetano Maiorano.

di Alfredo Cristallo

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