GIUFA’ Trinakristan

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I Giufà sono i Les Negresses Vertes italiani. Se il centro di gravità del combo inter-etnico francese dei primissimi anni Novanta ondeggiava fra la Parigi multietnica e la Marsiglia più mediterranea, i Giufà, gruppo siracusano nata nel 2008 ha ambizioni più grandi proponendo una musica che accoglie i ritmi e le sonorità di tutta l’area del mediterraneo (il mare chiuso più storicamente e culturalmente famoso del pianeta): quindi Balcani, Africa del Nord, Medioriente, penisola iberica e italiana. Il loro sound è una variopinta sarabanda  di riff di fiati incalzanti, cassa in quattro, chitarre in levare e quelle ritmiche balcaniche che fa assomigliare il loro sound alle esplosive colonne sonore dei film picareschi di Kusturica. La formazione è Seby (voce, chitarra classica), Danilo (chitarra), la sezione ritmica sono Riccardo (basso), Salvo (batteria) e Pierpaolo (percussioni), la sezione fiati sono Simone (alto sax) e Andrea, alto e soprano sax). Nel 2012 esce il primo singolo Brucia che anticipa l’uscita del primo LP Ritmo Gitano (aprile 2013) in concomitanza all’uscita del secondo singolo Rumbagitana (insieme al gruppo Baciamolemani). Nel 2014 la band con la collaborazione della Municipale Balcanica pubblica il terzo singolo I Re Della Città che anticipa il nuovo album Trinakristan che esce alla fine dell’anno 2015. La loro attività concertistica, altro punto di forza della band visto che ogni set è un’esplosione di suoni e colori annovera concerti in Germani, Inghilterra, Svizzera (incluso il prestigioso Montreax Jazz Festival), Francia più innumerevoli concerti e partecipazioni a festival in Italia e prevalentemente nella natia Sicilia. Il loro album Trinakistan è una gioviale miscela di Balkan Beat (la title track iniziale e la finale Radio Bucarest suonata a rotta di collo con gli echi etno-world alla Dissidenten della chitarra), ska (Ubriaco a ritmo di milonga), musica Klezmer (il singolo I Re Della Città, Vento Dell’Est con musica da spaghetti western in sottofondo e finale da trance desertica), world Music (Hotel Gipsy).

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Probabilmente le cose più interessanti sono la tarantella elettrica di Dalla Grecia Alla Sicilia,
l’incredibile tango a ritmi mediterranei di Non Esiste L’Amor, la pazzesca danza cosacca di Vodka E Molotov e lo spettacolare balkan beat di Il Circo Dei Folli che ruba un pizzico della pazzia surreale dei Gong. Il loro folk punk (perché mutatis mutandis di questo si tratta) sarcastico prende in contropiede tanto l’hardcore, quanto il rock’n’roll e la etno-world mentre sezione ritmica e fiatistica presiedono con disinvoltura agli arrangiamenti più dadaisti e alle parti strumentali più esilaranti proponendo con finta noncuranza a uno dei vocabolari più eccentrici degli ultimi anni in Italia e contemporaneamente inventando un sound sofisticato e avvenirista. Sorpresa nella sorpresa, i loro testi che raccontano della spensierata vita di strada degli artisti giramondo con la stessa ironia con cui trattano temi più alti di vita sociali (il problema dei migranti ad es.). Bravi.

di Alfredo Cristallo

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